
Ma perché Faber arriva fino a chiamare in causa una minaccia di vita e di morte? Perché per una volta la visione non è netta, frutto di un outlook dichiaratamente ambiguo. Un punto interrogativo è infatti stampato all’inizio del mese di novembre, quando, il giorno 6, si terranno le elezioni negli Stati Uniti.
“Storicamente il mercato azionario ha avuto una tendenza rialzista durante le elezioni e perciò potremmo assistere a prezzi più alti prima che uno storno abbia inizio”, spiega Faber. Ancora, “io non sto scommettendo su un ulteriore sostenibile incremento nei prezzi delle azioni” e “ciò che mi disturba di più è che laddove gli investitori non sono eccessivamente bullish sono comunque troppo compiacenti”.
Tutto non bianco ma nemmeno nero quindi. Qualcosa tuttavia, in un altro passaggio del suo commento, Faber dice e qui le tonalità di grigio spariscono: “Sto usando l’attuale forza per alleggerire la mia esposizione all’azionario perché credo che a un certo punto nei prossimi sei mesi circa i prezzi dell’equity saranno al di sotto del 20% rispetto a dove sono oggi”.