Punto macro fine giornata

Gennaio 30, 2019

Scritto da Michele Amoruso

Piazza Affari

Cala il sipario su un'altra seduta positiva per le Borse europee, ma non per tutte, visto che non ha partecipato al rialzo il Dax30, sceso in controtendenza dello 0,33%. Diversa la conclusione del Cac40 e del Ftse100 che hanno guadagnato rispettivamente lo 0,95% e l'1,58%.

Segnali positivi da Piazza Affari dove il Ftse Mib si è fermato sui massimi intraday a 19.771 punti, in progresso dello 0,36%, dopo aver segnato un minimo a 19.669 punti.

Il FTSE Mib, che ha ormai fatto recuperare all’indice italiano quasi il 10% dai minimi del 27 dicembre 2018 a 17.959,3906 punti, risulta molto indecisa la situazione, la quale vede molti punti in ballo.

I prezzi stanno dando un segnale di forza restando al di sopra di 19.623,50 punti, in quanto questo livello corrisponde alla violazione di due importanti resistenze: la prima statica lasciata in eredità dai massimi dell’8 novembre 2018, mentre la seconda è di tipo dinamico ed è ottenuta collegando i top del 7 a quelli del 15 maggio 2018.

Obiettivi sul Dax , rimangono i soliti di inizio giornata mentre l'obiettivo su FTSE varia , dove il punto di entrata potrebbe essere localizzato a 19.780 punti, lo stop loss a 19.560 punti e l’obiettivo principale a 20.000 punti. Un target più ambizioso sarà invece individuabile a 20.100 punti, per poi raggiungere target 20.400/20.500

Riunione FED

Primo meeting dell’anno per la banca centrale statunitense.Questa sera, alle 20 italiane, l’istituto centrale guidato da Jerome Powell annuncerà la sua decisione in materia di politica monetaria.

Se a settembre il Fomc, il braccio operativo della Fed, aveva stimato tre rialzi dei tassi nel 2019, dall’ultimo meeting è emersa una revisione a due strette.

È di questo avviso James Knightley, Chief International Economist di ING: “anche se i mercati non stanno prezzando nuovi interventi, riteniamo che la forza del mercato del lavoro e la crescita delle pressioni inflazionistiche ‘core’ favoriranno due interventi”.

Possibile crescita?

Già stimata in rallentamento a causa della fine degli effetti fiscali espansivi varati da Trump, l’economia statunitense nel 2019 si troverà a fronteggiare anche l’indebolimento della congiuntura globale, la guerra commerciale con Pechino e gli effetti negativi innescati dallo shutdown, il blocco parziale delle attività federali che, durato 35 giorni, è stato il più lungo della storia degli Stati Uniti.

Tramite il comunicato finale che viene emesso al termine della riunione della Fed, e ancora di più dalle parole di Powell, cercheremo di capire quanto la banca centrale Usa è preoccupata dall’attuale scenario.

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